Gianni Lora Lamia a Nissan Patrol GR Y60 4.2L T3 Nissan Team Dessoude Giletti Yarns s.p.a. Rest Day Bobodioulasso (Burkina Faso) January 9, 1999 © gianniloralamia © Nissan Motor Corporation - © Giletti s.p.a. – Photo DPPI All righr Reserved

Non ci perdiamo d’animo e cerchiamo di ragionare su cosa sarebbe meglio fare. Aspettare il nostro camion d’assistenza T4 significa stare fermi per troppo tempo. Pochi km prima, avevamo appena superato il camion Man 6×6 dell’organizzazione, addetto al trasporto del kerosene per gli elicotteri: nome in codice “KE1“. Deve percorrere anche lui la prova speciale per portare il carburante agli elicotteri a Tichit, un punto sperduto nel nulla del deserto mauritano.

Mi preparo pronto con la cinghia elastica da traino e aspettiamo KE1 proprio all’inizio della salita verso il passo degli elefanti. Si ferma e molto gentilmente aggancia la nostra Nissan Patrol GR Y60 T3 per trascinarci in cima all’imbocco del passo. Una volta raggiunto il punto stabilito, ci sganciamo dal camion. Il terreno è leggermente più scorrevole, mi metto d’accordo però con KE1 nel caso di altre difficoltà nei prossimi chilometri.

Difficoltà che sicuramente arriveranno, quindi cerchiamo di affrontare la salita verso il passo.
Questa operazione di soccorso con KE1 si ripete più volte, fino a pochi chilometri dal controllo di passaggio situato proprio ai piedi della Elephant Rock. Questo é l’ultimo aiuto prezioso che KE1 gentilmente ci mette a disposizione perchè da lì in avanti è costretto a deviare per un’altra pista, lasciandoci cosí soli. Proprio nel tentativo di raggiungere il controllo di passaggio…ci piantiamo nuovamente.

Sono ormai le ore 12:30 e come previsto sotto il sole più forte, la sabbia é una trappola micidiale.

La nostra Nissan Patrol GR Y60 T3 con sole due ruote motrici non ce la fa. Abbiamo paura anche di bruciare la frizione, cosa molto probabile in quelle condizioni. A questo punto siamo veramente fermi e la previsione della fine della nostra corsa (perlomeno in termini
di classifica generale assoluta) sta iniziando a dissolversi in granelli di sabbia. Nel frattempo i camion più veloci in gara stanno già arrivando; i primi tre, velocissimi, arrivano uno dopo l’altro. La lotta tra il ceco Karel Loprais, il russo Vladimir Chaghin e il brasiliano
André de Azevedo è serratissima e sappiamo benissimo che non si fermeranno ad aiutarci. Li salutiamo e li guardiamo passare come razzi. Ma questa volta la fortuna non ci abbandona, anzi, il quarto camion in gara sta arrivando e anche molto veloce. E’ quello del rallysta italiano e due volte campione del mondo rally con la Lancia, Miky Biasion. In gara con il suo Iveco EuroTrakker, il suo storico navigatore Tiziano Siviero ed il meccanico di bordo Livio Diamante.

Preparo la cinghia elastica di traino, senza nemmeno fargli un segnale, Miky senza esitare si ferma. Tiziano ci fa segno di agganciarci e gentilmente, con un grande gesto di sportività e soprattutto di aiuto reciproco tra colleghi nello spirito puro della Dakar, ci traina fino a un punto del terreno più duro a pochi metri dal controllo di passaggio. Ci sgancia, lo ringraziamo e prosegue la sua corsa. Considerate che Miky  quell’anno (come sempre d’altra parte) non era assolutamente li per giocare. Stava lottando per la top five nella categora camion T4 e proprio quel giorno era in quarta posizione assoluta alla caccia dei primi tre. Nonostante questo, senza esitare si è fermato per darci supporto perdendo del tempo che in ogni caso per lui era preziosissimo!

Un gesto ammirevole ed indimenticabile per me, un gesto che dimostra il vero spirito della Dakar soprattutto tra colleghi e connazionali.

Tuttavia dobbiamo ancora arrivare a Tichit…

 


Un racconto di Gianni Lora Lamia. Tutti i diritti riservati.

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